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COMITATO DI SALUTE PUBBLICA
(1793-1795). Organo di sorveglianza e poi di governo della Francia rivoluzionaria. Istituito il 6 aprile 1793 dalla Convenzione, in sostituzione del Comitato di difesa generale, e costituito da nove deputati (fra i quali sette rappresentanti del centro e i due montagnardi G.J. Danton ed E. Delacroix), ebbe il potere esecutivo. Dopo la sconfitta della Gironda e la presa del potere da parte della Montagna (2 giugno), fu riorganizzato e diviso in sei sezioni (Affari generali, Affari esteri, Guerra, Marina, Interni, Petizioni), diventando il principale organo del governo rivoluzionario. Modificato anche nella struttura, il nuovo organismo, composto da dodici e poi da quattordici membri, fu, dopo l'esclusione di Danton, dominato dalla figura di M. Robespierre. Intervenendo in tutti i problemi sia di politica interna sia estera, il Comitato bandì la leva di massa generalizzata, prese provvedimenti di carattere economico quali l'istituzione di un calmiere dei prezzi, realizzò la centralizzazione amministrativa e iniziò l'opera di scristianizzazione attraverso l'adozione di un nuovo calendario e l'istituzione del culto della Ragione. Nel settembre 1793 ebbero luogo i primi grandi processi politici, mentre la Francia ottenne vari successi nella campagna di guerra allontanando la minaccia di una invasione del territorio nazionale e cogliendo alcune importanti vittorie. Il rinnovarsi di conflitti interni fra il Comitato di salute pubblica e il Comitato di sicurezza generale e il contrasto, in seno al primo, fra Robespierre e Lazare-Nicolas Carnot portarono alla reazione dei moderati e al colpo di stato del 9 termidoro (27 luglio 1794). Pur rimanendo in vita ancora per un anno il Comitato di salute pubblica fu epurato degli elementi più vicini a Robespierre e perse il suo ruolo centrale, venendo affiancato da altri comitati e quindi sciolto definitivamente alla caduta della Convenzione (26 ottobre 1795).

F. De Luca

M. Bouloiseau, Le comité de salut public, Puf, Parigi 1968.
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